La schiavitù nel codice Hammurabi

Il Codice di Hammurabi è una delle più antiche raccolte di leggi scritte, risalente al XVIII secolo a.C. e appartiene alla civiltà babilonese. Esso rappresenta una delle prime forme di giustizia codificata.

La schiavitù era un’istituzione presente nel Codice di Hammurabi e giocò un ruolo significativo nelle società mesopotamiche, per poi diffondersi anche in epoca romana. 

Ecco alcuni punti chiave:

La Schiavitù nel Codice di Hammurabi:

Regolamentazione Codice Hammurabi:

Il Codice di Hammurabi non inventò la schiavitù, ma la regolamentò, fornendo norme relative allo status degli schiavi, ai loro diritti e doveri, e alle responsabilità dei proprietari. Il Codice di Hammurabi, ad esempio, conteneva disposizioni relative al trasporto fluviale e alla responsabilità dei capitani delle navi. Le pratiche e i principi sviluppati in Mesopotamia si diffusero gradualmente nel Mediterraneo, influenzando le legislazioni delle antiche civiltà marittime come i Fenici, i Greci e i Romani. Lo “ius navis” romano, ad esempio, regolava il trasporto marittimo (merci, schiavi etc.) e i contratti ad esso connessi.

Il codice distingueva tra diverse categorie di schiavi, con status e diritti variabili.

Il codice è composto da un prologo, 282 leggi e un epilogo. Le leggi coprono un’ampia gamma di argomenti, tra cui:

Diritto penale:

Stabilisce punizioni severe per vari crimini, spesso basate sul principio della “legge del taglione” (“occhio per occhio, dente per dente”).

Diritto civile:

Regolamenta i contratti, la proprietà, il commercio, il matrimonio, il divorzio e l’eredità.

Diritto di famiglia:

Definisce i ruoli e le responsabilità dei membri della famiglia.

Diritto commerciale:

Stabilisce regole per il commercio e le transazioni economiche.

Diritto agrario:

Regolamenta l’agricoltura e l’irrigazione.

 Leggi e Punizioni

Le leggi del Codice prevedevano punizioni specifiche a seconda della classe sociale degli individui coinvolti; le sanzioni erano differenti per liberi, semi-liberi e schiavi, riflettendo una gerarchia sociale.

Fonti della Schiavitù:

Le persone potevano diventare schiave a causa di debiti, crimini, o come prigionieri di guerra. La schiavitù poteva essere temporanea o permanente.

Schiavitù per Debiti

In questo contesto sociale, chi non era in grado di pagare i propri debiti poteva essere ridotto in schiavitù, un modo per estinguere il debito attraverso il lavoro forzato, illustrando una pratica economica comune nell’antichità.

Diritti e Doveri:

Anche se gli schiavi erano considerati proprietà, il codice prevedeva alcune tutele, come il diritto a un certo livello di protezione fisica.

I proprietari avevano la responsabilità di fornire cibo, alloggio e cure mediche ai loro schiavi.

La Schiavitù e l’Impero Romano codice Hammurabi a confronto:

Diffusione:

L’Impero Romano fece un ampio uso della schiavitù, e la conquista di nuove terre, inclusa la Mesopotamia, portò all’acquisizione di un gran numero di schiavi.

La schiavitù era fondamentale per l’economia romana, sostenendo l’agricoltura, l’industria, i giochi nelle arene e il servizio domestico.

Particolarmente rilevante è l’uso delle lettere maiuscole per indicare gli schiavi nell’antica Roma. La scrittura epigrafica romana, era una forma nota e denominata come “capitale romana”, utilizzata per iscrizioni su pietra, bronzo e altri materiali duraturi, era prevalentemente in maiuscolo, era progettata per essere chiara e leggibile anche a distanza. Le iscrizioni romane, siano esse pubbliche o private, seguivano questa convenzione, e ciò includeva anche le iscrizioni relative agli schiavi.

Nella medesima scrittura troviamo l’istituto giuridico romano della “Deminutio Capitis Maxima”, locuzione latina il cui significato tradotto sta per “diminuzione (dei diritti) del capo”, che riguarda la perdita della capacità giuridica di un cittadino, ne consegue la perdita totale della libertà e la trasformazione di status in cittadino romano, inteso come “capitale”, applicato tuttora nella maggior parte dei documenti anagrafici/contrattuali.

Status Civitatis e Familiae, implicazioni legali / impatto:

Questa perdita di status significava che, in epoca romana, un cittadino libero poteva essere ridotto a schiavo. Il termine descritto in precedenza, deriva dal linguaggio giuridico romano, dove aveva un’importanza significativa nello stabilire i diritti e le posizioni legali degli individui. La schiavitù romana era un sistema complesso e brutale, con schiavi impiegati in una vasta gamma di lavori, spesso in condizioni difficili. L’impatto della schiavitù sulla società romana fu profondo, influenzando la struttura sociale, l’economia e la cultura. 

STATUS CIVITATIS:

Non esisteva un “atto di nascita” formale come lo intendiamo oggi, ma la registrazione delle nascite avveniva attraverso dichiarazioni del padre davanti alle autorità competenti.

– La cittadinanza romana (status civitatis) era un privilegio ereditario.

– I figli nati da genitori cittadini romani erano automaticamente cittadini romani.

STATUS FAMILIAE:

-La nascita determinava anche lo status all’interno della famiglia (status familiae).

-Il pater familias (capofamiglia) aveva il potere di riconoscere o rifiutare un neonato come membro della famiglia.

-Il riconoscimento implicava l’iscrizione del bambino nel registro familiare e l’attribuzione del suo nome.

REGISTRAZIONE DELLE NASCITE:

-Le nascite venivano registrate in vari modi, inclusi i registri familiari, i censimenti e le dichiarazioni ufficiali. Censimento e Manumissio Censu era una forma di processo mediante il quale il padrone o il procuratore poteva iscrivere lo schiavo come cittadino libero, conferendo a quest’ultimo la cittadinanza romana, inteso come capitale romano, attraverso l’istituto giuridico della “Deminutio Capitis Maxima”, una forma di parvenza di libertà sostituita e regolamentata nel corso dei secoli da schiavitù a servitù contrattuale. 

Connessioni:

Sebbene le forme di schiavitù mesopotamica e romana presentassero differenze, entrambe le società facevano ampio uso di questa istituzione.

La conquista romana della Mesopotamia contribuì alla diffusione di pratiche e concetti legati alla schiavitù nel mondo romano.

La schiavitù è un istituto che ha attraversato le epoche e che è stato regolamentato da diverse culture, il codice di Hammurabi è una delle prime testimonianze scritte di regolamentazione di tale istituto.

Il Codice di Hammurabi ha influenzato le leggi moderne in diversi modi:

Legge scritta e trasparenza: Fu tra i primi a codificare le leggi, rendendole accessibili, un principio fondamentale del diritto moderno.

Proporzionalità della pena: Introdusse il principio del “occhio per occhio”, che ha ispirato il concetto di proporzionalità nelle pene.

Protezione dei deboli: Includeva norme per tutelare vedove, orfani e debitori, anticipando le leggi sui diritti umani.

Regolamentazione economica: Stabiliva regole per contratti, salari e proprietà, influenzando il diritto commerciale.

Responsabilità professionale: Puniva la negligenza di medici e costruttori, base delle leggi sulla responsabilità civile.

Sistema giuridico uniforme: Creò un sistema centralizzato di leggi, precursore delle costituzioni moderne.

In sintesi, il Codice ha introdotto concetti come giustizia, equità e protezione sociale, fondamentali nel diritto attuale.